La comunità palestinese incontra i sindacati

📢 INVITO AI SINDACATI E ALLA CITTADINANZA — INCONTRO PUBBLICO
"Palermo ha risposto con forza al genocidio in Palestina, che da due anni continua senza sosta. Le piazze hanno visto una partecipazione massiccia e i sindacati hanno indetto mobilitazioni e scioperi per chiedere pace e protezione dei civili. Come comunità palestinese di Palermo invitiamo formalmente i sindacati: apriamo un tavolo pubblico e condiviso per costruire azioni concrete e coordinate.
Le narrazioni continuano a essere falsate e il clima di guerra si fa più denso. Le istituzioni criminalizzano gli attivisti delle flottiglie definendoli “irresponsabili”, negano che quelle acque siano internazionali e si rifiutano di garantire protezione alle imbarcazioni italiane. Intanto piazza Castelnuovo è stata trasformata nel cosiddetto “Villaggio dell’Esercito”, un’operazione che normalizza retoriche belliche mentre migliaia di civili continuano a soffrire e morire. È lo stesso esercito che dovrebbe difendere lo Stato italiano, oggi complice del genocidio in atto a Gaza, portato avanti da Israele in totale impunità. Serve fermare la normalizzazione della guerra e dare vita a percorsi di boicottaggio, campagne di informazione, pressioni istituzionali e solidarietà materiale.
Le mobilitazioni popolari crescono in tutta Italia, anche grazie al lavoro sindacale. Ed è qui che vogliamo essere chiari: scioperi, blocchi e azioni collettive non devono essere solo un gesto di solidarietà verso le flottiglie, ma devono essere proclamati esplicitamente per fermare il genocidio a Gaza. Le flottiglie hanno senso solo perché tentano di rompere l’assedio: questo deve rimanere il centro della nostra lotta.
Chiediamo cessate il fuoco immediato, blocco delle forniture militari e logistiche che alimentano il conflitto, stop a eventi che normalizzano le armi nello spazio pubblico, azioni sindacali concrete, fino alla pressione su imprese ed enti locali complici del commercio di armi, boicottaggi mirati e campagne di pressione economica e culturale verso chi trae profitto dalla guerra.
È il momento di unire le forze. Palermo ha già alzato la voce: trasformiamola in forza organizzata, popolare e concreta"